giovedì 16 dicembre 2010

Cellule staminali e chirurgia estetica: quando grasso è bello!


“Novità chirurgia estetica: il lifting alle cellule staminali”

“Staminali al posto delle protesi. Ecco il futuro della chirurgia estetica”

“Cellule staminali e chirurgia plastica. Verso un nuovo futuro?“

Questi sono solo alcuni dei titoli da spot che si possono trovare in rete su cellule staminali e interventi di chirurgia estetica, ma spesso la pubblicità, come sappiamo, può essere ingannevole.
Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sulla tematica: nessuno ha inventato dall’oggi al domani l’innovativa tecnica che utilizza le cellule staminali per interventi che fino a circa un anno fa obbedivano solo a protesi e botox, ma grazie alle evidenze fornite dai risultati ottenuti con lipofilling prima e soprattutto con lipostruttura poi, è iniziato l’interesse sulle “cause” dei miglioramenti osservati sui pazienti man mano che evolvevano tali metodi.
Andiamo per gradi.

Anni 80’: Nasce il lipofilling, un intervento attraverso il quale parte delle cellule adipose, prelevate in un distretto corporeo del paziente stesso (tecnica di impianto autologo), vengono reimpiantate in una zona che necessita di un certo riempimento.
Tale metodo subisce una serie di modifiche volte ad ottenere risultati migliori, dal momento che il tessuto re-impiantato era soggetto ad un riassorbimento che coinvolgeva anche il 70% del volume inizialmente innestato.

1998: Il Professor Coleman, noto chirurgo, presenta i risultati ottenuti con una speciale tecnica d'infiltrazione da lui chiamata Lipostruttura. La tecnica riguarda un innesto di tessuto adiposo che è trasferito in modo da mantenere intatta la struttura vascolare: il grasso è aspirato mediante una cannula collegata a una siringa e poi iniettato nella zona da dover trattare. Se, però, il grasso è iniettato in grandi quantità non tutte le cellule adipose, sopravviveranno perché non a diretto contatto con il tessuto vascolarizzato. Quindi la lipostruttura secondo Coleman permetteva il reimpianto di minori quantità di tessuto adiposo rispetto al lipofilling, ma dava risultati migliori soprattutto riguardo il successo di attecchimento del tessuto.
Iniziano quindi gli studi per comprendere quali siano i motivi che permettono alla lipostruttura secondo Coleman di dare risultati migliori dal punto di vista volumetrico e qualitativo rispetto al lipofilling.
Il tessuto adiposo presenta a livello della frazione stromale vascolare delle cellule staminali che in determinate condizioni si differenziano in precursori degli adipociti (unità morfo-funzionali del tessuto adiposo). Dal punto di vista della caraterizzazione tali cellule hanno potenzialità differenziative analoghe a quelle contenute nella componente stromale del cordone ombelicale.
La quantità di cellule staminali presenti nel tessuto adiposo fa rivedere i concetti di lipofilling e lipostruttura, da semplici metodi di riempimento con materiale autologo a introduzione di cellule multipotenti, in grado di specializzarsi in alcuni tipi di cellule.

Quindi lipofilling e lipostruttura utilizzavano e utilizzano tessuto adiposo che contiene cellule staminali.
Molti chirurghi, a mio avviso, continuano ad utilizzare tali tecniche sponsorizzandole però come trattamenti innovativi alle cellule staminali: ma com’è, fino a 2 anni fa si chiamava lipostruttura ed ora è un’innovativo metodo naturale con le cellule staminali (con costi anche maggiori)? Evito di citare Shakespeare perché qui non c’è nulla di letterario, a casa mia certe cose le chiamiamo truffe!

Altri chirurghi utilizzano invece sistemi che permettono il trattamento del tessuto adiposo lipoaspirato, in modo da isolare e concentrare le cellule staminali presenti e di re-innestarle nel sito desiderato assieme a parte del tessuto adiposo trattato.
I 2 sistemi che vengono maggiormente utilizzati sono Celution (apparato brevettato dall’americana Cytori Corporation) e Lipostem (sistema ideato dal Prof. Tremolada e dal Prof. Ricordi).

Celution effettua il trattamento del tessuto adiposo attraverso l'enzima proteolitico "celase" (blended proteolytic enzime for tissue dissociation celase 835/crs 35 mg.), il quale permette l’estrazione delle cellule staminali presenti nel tessuto aspirato tramite liposuzione.
Vengono prelevate così cellule staminali “pure” che vengono aggiunte a porzioni di tessuto adiposo che saranno utilizzate per l'innesto. Tuttavia non vengono estratte staminali pure ma solo SVF “STROMAL VASCULAR FRACTION”, un insieme cellulare privo di adipociti e ricco in fibroblasti, etc in cui la coponente staminale non supera lo 0,3%. Inoltre questa componente è unita nuovamente al lipoaspirato.

Il sistema Lipostem (nato dalla collaborazione tra il Prof. Carlo Tremolada e il Prof. Camillo Ricordi) ha lo stesso scopo dell’apparato Celution, ma a differenza di quest’ultimo permette di isolare le cellule progenitrici presenti nel tessuto adiposo lipoaspirato senza l’utilizzo di enzimi digestivi. Il tessuto adiposo viene ridotto meccanicamente fino a raggiungere i cluster cellulari desiderati, aumentando la rivascolarizzazione e la concentrazione delle cellule staminali presenti nel tessuto, e simultaneamente effettua il lavaggio dei residui oleosi prodotti durante la processazione. La concentrazione di cellule staminali nel prodotto finale è analoga a quella del prodotto della Cytori prima che questo venga riunito al tessuto adiposo, con il vantaggio che in Lipostem il prodotto non è stato separato.
Ciò garantisce un prodotto finale sicuro ed efficace, ottenuto utilizzando un metodo più blando per l’isolamento delle cellule staminali che non implica l’utilizzo di enzimi digestivi. Questo va sommato a costi contenuti, efficienza, semplicità nell’utilizzo del sistema e tempi di processazione ridotti, che fanno di Lipostem, ad oggi, il sistema migliore se si sceglie di effettuare un trattamento di chirurgia estetica con le cellule staminali. Altro vantaggio offerto da Lipostem è che esso rappresenta un sistema completamente chiuso che permette, quindi, di evitare la camera bianca nel processo di bancaggio (con notevole contenimento dei costi).


FONTI:

Tremolada C, Palmieri G, Ricordi C. Adipocyte Transplantation and Stem Cells: Plastic Surgery Meets Regenerative Medicine. Publication in “Cell Transplantation" (2010).

RAFFAINI Mirco, RICORDI Camillo, TREMOLADA Carlo, “Cosa hanno in comune la chirurgia plastica, la medicina rigenerativa e le tecniche di terapia cellulare mediante cellule staminali", Milano, 2010.


Un ringraziamento particolare a Carla.