Prof. Giacomo Frati
Professore ordinario MED/50 - Scienze tecniche mediche applicate, Università "Sapienza" di Roma.
Data la complessità dell'argomento vi riporto il testo dell'abstract relativo all'intervento del prof. Frati, fornito al convegno dell'8 Febbraio.
"La patologia cardiovascolare rappresenta una delle principali cause di mortalità del mondo occidentale.
La terapia cellulare ha ricevuto negli ultimi anni una grande attenzione e le evidenze accumulate siada studi preclinici che clinici suggeriscono la reale possibilità di ripristinare la funzione cardiaca tramite l'utilizzo di cellule staminali.
La terapia cellulare, tuttavia, può risultare inefficace in particolari situazioni cliniche (lesioni infartuali di grandi dimensioni, cicatrici croniche trans murali, valvulopatie, malattie dell'aorta e difetti cardiaci congeniti nei neonati). Inoltre, i risultati di recenti trials clinici (MAGIC, BOOST, TOPCARE - CHD, REPAIR - AMI, ASTAMI, MAGNUM) mettono in evidenza la necessità di migliorare la sopravvivenza, l'engrafment e la differenziazione delle cellule trapiantate.
Dati sperimentali hanno inoltre dimostrato che, nella cardiopatia ischemica, la matrice extracellulare del ventricolo sinistro risulta profondamente alterata e la quota di collagene di tipo I, che ha un'importante funzione strutturale di supporto può diminuire dal 40% all'80% dopo infarto miocardico acuto. Per questo motivo potrebbe essere importante mettere a punto delle procedure volte alla rigenerazione sia della componente cellulare che della matrice extracellulare. L'ingegneria tissutale si caratterizza per la crescita e la differenziazione di cellule nel contesto di una matrice biodegradabile, fino a dar luogo a un tessuto morfologicamente riconoscibile, sia in vitro che in vivo.
Si presupponde che la matrice, andando incontro a biodegradazione, formi un tessuto, composto dalle cellule precedentemente sedimentate e dalle cellule dell'ospite infiltrate. I recenti progressi nel campo delle colture cellulari e dell'ingegneria tissutale hanno faciltato lo sviluppo di biocomplessi cellule-matrice. Il materiale ottimale così come la tipologia cellulare per creare tessuti "ingegnerizzati"non sono ancora stati identificati. Il miglioramento dei protocolli per l'espansione/differenziazione in vitro delle cellule staminali cardiache, sinergicamente all'applicazione delle bio-matrici, renderanno la "cardiomioplastica" cellulare autologa traslabile nella pratica clinica.